(continua)…Riluttante ad abbandonare il suo amato, Tomoe prese il comando di un manipolo di uomini e si allontanò, sino a quando non riuscì più a trattenersi. “Ah se solo potessi trovare un degno nemico e combattere la mia ultima battaglia per la salvezza del mio signore”. Mentre formulava questa affermazione, apparvero 30 cavalieri guidati da Onda no Hachiro Moroshige, samurai dalla grande fama, riconosciuta in tutta la provincia. Fu allora che la donna, senza pensarci, lanciò il cavallo al galoppo, sfrecciando in mezzo ai nemici e scagliandosi contro Onda. Lo scontro fu violento, ma riuscì a spingerlo e rovesciarlo, immobilizzandolo con il pomolo della propria sella, quindi gli tagliò la testa.
Nonostante questo “diversivo” però Kiso non riuscì a compiere seppuku; venne raggiunto infatti da una freccia e morì. Tomoe così, dopo aver gettato elmo ed armatura, si allontanò successivamente verso le province orientali.
Questo è quello che troviamo scritto nell’Heike monogatari, ma non sappiamo esattamente cosa sia successo a Tomoe, di certo la sua eroica figura ha dato vita a numerose leggende e supposizioni sul dopo. In alcune versioni si dice si sia fatta monaca, raggiungendo la veneranda età di 91 anni, pregando ogni giorno per il suo signore, in altre si pensa abbia fatto seppuku, in altre ancora che sia stata catturata da un tirapiedi di Minamoto no Yoritomobe costretta a diventare la sua concubina, dando alla luce il leggendario Asahina Saburo Yoshihide. In alcune parti del Giappone gira voce che ormai impazzita, vaghi per le contrade della città con la testa del suo amato Kiso avvolta in un qualche tessuto.
Probabilmente non ci sarà mai dato di sapere la verità sulla sua sorte, ma ancora oggi la figura di Tomoe Gozen è ricordata ad esempio nel dramma Noh di Zeami, che porta il suo stesso nome.
In questa rappresentazione si narra di un monaco proveniente dalla regione di Kiso e del suo incontro con una donna, durante una sosta a un tempio di Awazu. La donna inizia a pregare e piangere davanti all’altare, rivelando al monaco che proprio lì si venera Kiso Yoshinaka ma, dopo averlo invitato a pregare per la sua anima, scompare.
In quello stesso momento sopraggiunge un contadino, che racconta successivamente al monaco la storia di Tomoe e Yoshinaka. La notte seguente, mentre il monaco recita sutra in onore della divinità del luogo, appare il fantasma della donna, che gli era scomparsa davanti agli occhi, con indosso l’armatura. Si trattava di Tomoe, ossessionata dal risentimento per non aver potuto morire insieme al suo amato. A questo punto si mette ad implorare il monaco di pregare per lei, affinché possa liberarla da questa opprimente ossessione. Tolta l’armatura e nascosto nel kimono il pugnale, unico ricordo del suo compagno, la donna, proprio come nel passaggio dell’Haike, si allontana verso le montagne di Kiso, coprendosi con un cappello da pellegrino.
Non è però questa l’unica occasione per ricordare Tomoe. Durante il Jidai Matsuri, che si svolge a Kyoto il 22 ottobre di ogni anno, è possibile vedere, nel mezzo dell’immensa parata Gyoretsu Jidai, migliaia di persone in costume rappresentare anche Tomoe.
“Hana Wa Sakuragi
Hito Wa Bushi”
“Tra i fiori il ciliegio
fra gli uomini il guerriero”
Questo è un antico verso, ancora oggi ricordato, che fa parte della filosofia del guerriero samurai, che vi spiegheremo più avanti, ma cosa importante è che proprio il guerriero non si nasconde solo tra gli uomini, come ci ha dimostrato Tomoe Gozen. Una guerriera dalle abilità straordinarie, che ha fatto del suo coraggio e del suo essere donna un baluardo invincibile.