Questa è probabilmente una delle storie più famose del folklore giapponese, ma se ancora non la conoscete, ci pensiamo noi a raccontarvela!
Urashima Taro era un giovane pescatore che viveva felicemente nel suo villaggio, insieme alla sua anziana madre. Un giorno, mentre passeggiava in riva al mare, vide dei ragazzini che stavano colpendo una tartaruga con delle assi di legno. Urashima, che mal sopportava qualsiasi tipo di ingiustizia, andò immediatamente dai bambini e disse loro: “Lasciate stare quella povera tartaruga, anzi facciamo così, datela a me. Vorrei proprio averne una. Vi pagherò per averla”. I ragazzini erano un po’ riluttanti a rinunciare al loro “gioco”, ma l’occasione di guadagnare qualche moneta era più allettante, così diedero a Taro la tartaruga e corsero via.
Il giovane pescatore aveva così salvato l’animale dalle grinfie di quei giovani bulletti e lo liberò subito in mare. Pochi giorni dopo, mentre Urashima stava pescando, come faceva di solito, vide spuntare dall’acqua proprio la tartaruga che aveva salvato. “Urashima Taro, grazie per avermi salvato. Se me lo permetti vorrei portarti con me al Palazzo del Drago, come gesto di gratitudine”. Il ragazzo rimase per un attimo incredulo nel sentire la tartaruga parlare, ma la sua voce era così rassicurante e cristallina che subito la sorpresa lasciò spazio ad un grande sorriso. Senza ulteriori indugi, annuì.
La tartaruga gli concesse così il potere di respirare nell’acqua, lo invitò a salire sul suo guscio e lo portò nel regno del Re dei Mari. Urashima non poteva credere a quanto stava accadendo, ma era felice di intraprendere quell’avventura inaspettata. Quando finalmente arrivarono al Palazzo del Drago, la Principessa del regno, Otohime, li stava aspettando. Lei era davvero bellissima: lunghi capelli corvini ed una voce soave, che sembrava musica nell’acqua. “Urashima Taro è un piacere averti nel mio regno. Grazie per avermi salvato. Devi sapere che la tartaruga che hai tratto in salvo l’altro giorno ero io.”
Il pescatore incantato da quella voce non riuscì a dire nulla, ne a realizzare quello che stava succedendo. La donna così proseguì: “Potrai restare qui quanto vorrai. Nel regno dell’eterna giovinezza. Qui non ci sono sofferenze, solo gioia ed io sarò la tua sposa se tu lo vorrai.”
Taro, a quelle parole, si riprese e riuscì a replicare. “Per me sarebbe bellissimo rimanere qui con te, in questo regno di cui ho tanto sentito parlare, ma mai mi sarei immaginato di poter vedere”. Da quel momento inizò un periodo di gioia, tra cibi deliziosi, passeggiate in mezzo alla maestosità del palazzo e del regno del Re dei Mari e l’allegria e ospitalità dei suoi sudditi…(continua)