C’era una volta, una bellissima fanciulla che, dopo tanto peregrinare, arrivò alla corte dell’Imperatore del Giappone. Era talmente intelligente, bella ed aggraziata che l’imperatore stesso se ne innamorò all’istante. Il suo nome era Tamamo No Mae.
Quando il sovrano le chiese: “Cosa posso fare per te, che sei giunta sin qui?” Lei rispose in maniera tanto gentile quanto elegante: “Vorrei restare a corte”. L’uomo non potendo resistere a tanto fascino e grazia, acconsentì senza ulteriori domande.
Era davvero la donna più bella che avesse mai visto e più stava a corte, più tutte le persone che le stavano intorno la adoravano. Spesso gli studiosi la sottoponevano ad alcuni test per saggiare la sua conoscenza e lei puntualmente li passava tutti, spesso anche superando le aspettative di chi aveva posto il quesito. L’imperatore intanto più passava del tempo con lei, più il suo amore cresceva, sino a quando, non le chiese: “Vuoi vivere con me a palazzo?”. La donna annuì dolcemente.
Da quel giorno i due divennero una coppia a tutti gli effetti ed erano praticamente inseparabili. Tuttavia più il tempo passava, più le persone delle corte notavano l’indebolirsi del loro imperatore. Questo sino a quando un giorno funesto vide l’uomo non riuscire più ad alzarsi nemmeno dal letto.
Nessuno dei servitori del sovrano riuscì a capire che cosa potesse avere, ma notarono che Tamamo, nonostante la condizione dell’amato. Era apatica e non mostrava nessun segno di tristezza ne lasciava trapelare emozione alcuna, almeno sino a quando le condizioni dell’uomo lo condussero ad un passo dalla morte ed allora lei sembrò estremamente confusa, a tratti frastornata.
Uno degli studiosi di corte, insospettito da questo comportamento, partì per andare a chiedere aiuto ai monaci presso un tempio, situato in alta montagna. Raccontò loro tutta la storia. “E’ arrivata in città ed ha ammaliato tutti, incluso il nostro imperatore! Io sospetto che non sia chi dice di essere!” I monaci dopo averlo ascoltato gli diedero una piccola bacchetta. “Falla toccare, con un piccolo inganno, a colei di cui sospetti. Essa rivelerà la sua vera natura”.
Lo studioso tornò velocemente a palazzo, andando direttamente nelle stanze di Tamamo. La trovò che fissava, con sguardo assolutamente assente, fuori dalla finestra. Si avvicinò a lei e disse “Mia signora, volete venire con me e testare ancora una volta le vostre abilità, così che io possa distrarvi momentaneamente dai vostri tristi pensieri?”. Così dicendo le porse servilmente la mano. Non appena lei allungò la propria, acconsentendo così a quella richiesta, lui con un guizzo estrasse la bacchetta e la appoggiò sulla mano della giovane che iniziò a sprigionare del fumo, come se stesse per bruciare.
Tamamo ritrasse l’arto con un urlo di dolore, ma per lei ormai era troppo tardi. Una luce accecante scaturì improvvisamente dal nulla insieme ad una coltre di fumo, attraverso la quale l’uomo vide, con stupore, nove code comparire dietro la schiena della donna! “Guardie!” esclamò allarmato. Presa dal panico ed ormai alle strette Tamamo No Mae, all’arrivo delle guardie, si trasformò completamente in una kyuubi, ovvero volpe a nove code. Saltò fuori dalla finestra ed iniziò a correre rapidamente per le vie della città.
Le persone, vedendola in quello stato dopo averla tanto adorata, iniziarono ad inveire contro di lei, lanciandole contro dei sassi. Ferita e furente Tamamo si diresse verso le montagne. Intanto a palazzo lo studioso, insieme ad altri, raccontò all’imperatore cosa fosse successo, ma soprattutto la vera natura della sua amata. “Mio signore le kyuubi (anche dette kitsune) sono creature astute e sono ahimè note per il loro fascino, che utilizzano per prosciugare la vitalità delle persone, specialmente quelle a loro più vicine”…(continua)
Fonte: Japan lover me