Se siete già stati in Giappone o se avete anche solo visto delle foto di templi giapponesi, vi sarà capitato di notare queste corde, adornare proprio luoghi sacri, terreni o anche grandi alberi. Si tratta delle Shimenawa, corde di canapa e paglia di riso intrecciate usate nei riti shintoisti, alle quali spesso si vedono appesi gli Shide, strisce di carta a forma di “fulmine“, usate anch’esse nei riti sacri.
La loro lunghezza può essere di pochi centimetri, ma anche diversi metri e può assumere diverse forme tra cui:
la daikonshime 大根締め (legatura a daikon) dove entrambe le estremità si assottigliano
la koboushime ゴボウ締め (legatura a bardana, si anche noi ci siamo chiesti cosse fosse la bardana! E’ una pianta erbacea perenne) dove solo un’estremità si assottiglia
la wakazari 輪飾り(legatura a ruota) che consiste in un pezzo di corda annodato in modo da formare un cerchio.
L’origine della Shimenawa è incerta, ma spesso viene fatta risalire ai tempi del mito; si dice infatti che venne usata per impedire alla dea Amaterasu (Amaterasu-ō-mi-Kami 天照大御神, dea del Sole e della Luce) di tornare nella grotta, nella quale si era nascosta, lasciando il mondo nell’oscurità.
L’uso di questa speciale corda indica quanto sacro e puro sia l’oggetto intorno al quale è avvolta o il luogo che adorna. Se ad esempio la trovate intorno ad alberi o rocce significa che l’oggetto in questione, chiamato Yorishiro 依り代, è in grado di attirare i Kami, dando loro uno spazio fisico in cui stare durante le cerimonie. Sapevate che anche i lottatori di sumo la utilizzano? Il più alto grado a cui un lottatore di sumo può aspirare infatti è lo Yokozuna よこづな 横綱 e solo a quest’ultimo è concesso di indossare la Shimenawa, simbolo di unicità e sacralità del titolo raggiunto.