Dopo avervi raccontato di Draghi e Unicorni sacri, torno a catapultarvi prepotentemente nel mondo degli yōkai più spietati! Questa volta vi faranno compagnia i Sarugami. Essi assomigliano alle scimmie selvatiche, che si trovano nelle isole giapponesi. Tuttavia, sono più grandi, più feroci e molto più intelligenti.
Secondo quando riporta il folclorista Yanagita Kunio, queste scimmie sono un ottimo esempio di dei “caduti“: ovvero spiriti un tempo venerati come dei, ma che da allora sono stati dimenticati. Capita molto spesso però che queste credenze, non svaniscano mai del tutto, e tali spiriti spesso rimangano nella storia come versioni degenerate di se stessi, cioè yōkai.
Potremmo paragonare i Sarugami agli Oni o altre tipologie di mostri, che generalmente quando interagiscono con il mondo degli umani, lo fanno con la violenza. La maggior parte delle leggende su questi yōkai seguono sempre uno schema preciso: un sarugami rapisce una giovane donna da un villaggio ed un coraggioso samurai è chiamato ad andare a sterminare la bestia e salvare la fanciulla. A quanto pare il loro destino è proprio questo: venire uccisi da eroi coraggiosi, ma non è così semplice, tutt’altro.
Per darvi un’idea ancora più chiara immaginatevi il pianeta delle scimmie, con queste ultime alte due metri e doppiamente feroci e astute. I Sarugami infatti sono visti come grandi primati con livelli estremi di intelligenza, che rivaleggiano con quella dell’umanità e spesso ne imitano la cultura, ma in una versione distorta.
Leggenda time! Nella provincia di Ōmi (l’attuale prefettura di Shiga) vivevano un anziano contadino e la sua giovane figlia. Il contadino faticava ogni giorno nei campi fino allo sfinimento, mentre la figlia aspettava di sposarsi. Purtroppo però non c’erano pretendenti. Un giorno, il contadino disse fra sé sconsolato: “Se solo ci fosse qualcuno disposto a sposare mia figlia e lavorare i miei campi. Anche una scimmia andrebbe bene!” Proprio in quel momento apparve un sarugami, che portò a termine tutti i lavori agricoli del vecchio. Il giorno seguente, la scimmia tornò e chiese la figlia dell’uomo in sposa, come pagamento per il suo lavoro. Quando il vecchio rifiutò, il sarugami si arrabbiò con lui per aver infranto la sua parola, rapì quindi la ragazza chiudendola in un sacco e corse sulle montagne. Nel frattempo, il contadino spaventato e preoccupato per la sorte della figlia implorò un nobile samurai di salvarla. Un giorno, mentre il sarugami era lontano dalla sua tana, il samurai si intrufolò nella stessa e liberò la ragazza. Al suo posto, mise il suo fedele cane nel sacco. Quando più tardi il sarugami tornò, aprì il sacco per controllare la prigioniera, ma ebbe una fatale sorpresa. Il cane balzò fuori e saltò alla gola della scimmia, colta totalmente impreparata, uccidendola.
(Fonti consultate: Hakutaku e yokai wiki – Immagine di copertina di Tōgeika su artstation.com)