Eccoci di nuovo con altre parole italiane normalissime che di fronte ad un giapponese vanno assolutamente evitate, perché nella lingua nipponica hanno brutti significati… Se vi siete persi la prima parte, andate subito a recuperarla qui perché può salvarvi la vita (o almeno evitarvi qualche figuraccia). Sappiate che in fondo all’articolo c’è la parola in assoluto più vietata, quindi leggete attentamente tutto! Ora bando alle ciance ed andiamo alla lista dei vocaboli proibiti:
Tenga: in Italia è una parola gentile per offrire qualcosa, in Giappone invece è una marca molto famosa di oggetti da usare nei i momenti più privati, soprattutto se soli… Potremmo definirla la Durex giapponese?
Onore: questa è interessante, infatti il significato che assume nelle due lingue è esattamente opposto. Da noi si riferisce alla dignità di una persona, uno dei cardini della morale cavalleresca. Invece, i samurai giapponesi usavano spesso questa parola per insultare il proprio avversario, dandogli del figlio di… vabbè, ci siamo capiti. Ci salva un po’ l’accento, che in giapponese è posto sulla ‘e’ finale e può evitare fraintendimenti.
Ci + imporre/importare: unire la particella “ci” con questi due verbi non è una buona idea, infatti il giapponese che vi sentirà, avrà sicuramente un sussulto. Questo perché il suono “cimpo” si riferisce all’organo sessuale maschile, ed anche in maniera sporca e volgare…
Cibi: forse vi siete già imbattuti nei chibi (da leggere “cibi”), le versioni infantili e dolci di personaggi di cartoni e videogiochi. Il significato di questa parola è “bimbo piccolo” o “piccolino”, ma se usata su un adulto può diventare anche un insulto, tipo “tappetto”, quindi fate attenzione.
Ed eccoci all’ultima parola, quella che assolutamente dovete imporvi di non dire in Giappone perché sareste guardati MALISSIMO. Il motivo è che oltre ad avere un significato molto volgare, al contrario di alcune parole viste in precedenza dove l’accento può essere un po’ diverso nelle due lingue, in questo caso il suono è veramente uguale. Stiamo parlando della parola “manco“, che in italiano usiamo con molti significati, tutti innocenti. Nel paese del sol levante, invece, questo vocabolo è associato all’organo sessuale femminile, ma in modo estremamente volgare e pervertito. Anzi, è sicuramente la parola peggiore della lingua giapponese, una parola proibita a livello di “Voldemort” in Harry Potter. Vi abbiamo convinti a non usarla?