Nonostante noi tanuki non siamo tipi molto romantici (anzi…) e preferiamo kanji più oscuri come 霊(rei), il simbolo degli spiriti, o più esoterici come 聖(sei) -mi raccomando, se ve li siete persi cliccate sull’ideogramma per recuperare l’articolo!- l’atmosfera di San Valentino ci fa fare un eccezione. Così il kanji di questa settimana è 恋, il simbolo degli innamorati. Parliamo di innamorati perché questo kanji, nonostante si possa tradurre come “amore”, ha un significato più particolare; ma ci arriviamo dopo.
La lettura giapponese, quella più comune, è こい(koi), traducibile come “amore” nel senso di sentimento romantico. Questa lettura inoltre è utilizzata in molte altre parole e aggettivi, come 恋しい(koishii), ovvero sentire la mancanza di qualcuno, o 恋人(koibito), letteralmente la “persona amata”. Ci sono anche due verbi che utilizzano 恋: 恋する(koi suru), letteralmente “fare l’amore”, che in giapponese significa “essere innamorato”, e 恋に落ちる(koi ni ochiru), “cadere in amore”, cioè l’innamorarsi di qualcuno senza volerlo. La lettura cinese è invece れん(ren), non è molto usata se non nella parola 恋愛(ren-ai), che significa “relazione”.
恋 è composto da due radicali principali, nella parte superiore abbiamo quello di “parola”, mentre al di sotto c’è 心(shin), il simbolo del cuore e dello spirito. Ciò che unisce questi due simboli è l’immagine della persona che ha dei sentimenti così forti nel cuore da non poterli esprimere a parole. Questo è ciò che rappresentano i 10 tratti di 恋; se volete provare a scriverlo, di seguito trovate l’immagine con l’ordine di scrittura.
Spesso al posto di 恋, quando si parla della traduzione della parola “amore” in giapponese, si fa riferimento al più famoso kanji 愛(ai). Nonostante entrambi possano essere tradotti così, il significato è abbastanza diverso. Con 愛(ai) si fa riferimento all’amore che c’è tra due persone, ed è una parola più profonda, ma anche più forte e pesante. Con 恋 invece si parla di un amore romantico e più “kawaii“, ma soprattutto si parla dei sentimenti dell’innamorato, e non della coppia. Perciò si può usare anche quando si parla di amori a senso unico, o di un affetto profondo verso un amico od un familiare. Ecco perché 恋 è il kanji degli innamorati e non dell’amore, perché rappresenta il sentimento che sta dentro la persona e che spesso è complicato e 甘酸っぱい(amazuppai), agrodolce. Quindi dire 愛してる(aishiteru) e 恋してる(koishiteru), traducibili entrambi con “ti amo”, non è uguale, perché la prima parola non è proprio da dire a cuor leggero, mentre è più semplice e immediato mostrare i propri sentimenti con 恋してる(koishiteru).
E voi cosa direte a San Valentino? 愛してる o 恋してる? Oppure come noi: “un’altra barca di sushi per favore!”?