Non sappiamo se lo Hiyaku sia presente ancora tra le pratiche religiose odierne ma, sicuramente, quando ancora Tokyo era chiamata Yedo (quindi parliamo di centinaia di anni fa), rappresentava un importante “esercizio” per essere definito un buon Buddista, cosa che effettivamente non era affatto semplice, per tutta una serie di rituali, digiuni, mortificazioni della carne e astinenze che, un tempo, bisognava compiere per propiziare degnamente le divinità e richiamare su di se la buona sorte.
Presso il tempio della cittadina di Meguro, era possibile assistere, durante il periodo estivo, proprio a questo rito di assoluta pazienza, anche chiamato “le cento volte”. Ma perché questo nome? Perché per compierlo correttamente, bisogna camminare avanti e indietro esattamente cento volte tra due punti, ben delimitati all’interno del sacrario, ripetendo ad ogni passaggio una preghiera. Ovviamente è necessario tenere il conto dei passaggi già effettuati; questo lo si può fare o semplicemente con le dita, o depositando una pagliuzza ricurva dentro un apposito contenitore. Lo spazio destinato a questa cerimonia è delimitato da una statua del dio Tengu(il cane del cielo) ed uno scatolone pieno di contrassegni di paglia con inscritto sopra la parola Hiyaku Do.
Tanuki non più giovanissimo, di 1800 anni (so cosa state pensando, comunque si dice saggio, non vecchio!😝) ma lo spirito è quello di un giovane tanuki. Sempre sorridente, cerca il positivo in ogni cosa. E’ probabilmente l’anima nerd del gruppo, o almeno lui è quello che vive tra la realtà e la fantasia, tra un anime e l’altro.
Interessi: divoratore seriale di serie tv umane, ma anche anime e manga. Collezionista di action figure, sebbene cerchi di non esagerare per non dover spendere troppi soldi umani e dover essere costretto a vendere la sua preziosa pelliccia! (Sapete quanto ci mette un tanuki a mantenerla così bella? Non scherziamo!). Cultura e leggende giapponesi, nonché cucina, specialmente quella che riguarda le ricette di dolci!
Carattere: allegro, riservato, “carino e coccoloso”. Calmo, non ama litigare, ma se necessario mette i puntini sulle i e pure sulle altre lettere! Quando ha un obiettivo lo deve raggiungere. Non si vanta delle sue conoscenze o del frutto delle sue ricerche (come qualcuno che conosce. Vero Leggenda?) Sempre pronto ad aiutare. Chissà perché gli altri lo definiscono deredere. Attenzione però ogni tanto ha qualche delirio di onnipotenza e si crede un kamidere (tranquilli passa subito. Eventualmente ci pensa Megerachan, con le “buone maniere”)
Si occupa di: folklore, leggende, curiosità e cucina (per questo devo assolutamente tornare in Giappone. Ci sono ancora tante cose da scoprire e tanti piatti da provare!)