La tartaruga nera non è proprio uno yōkai, ma piuttosto uno degli Shijin, ovvero una delle creature guardiane dei cieli. Per la precisione il Genbu 玄武 è guardiano del nord. Esso infatti si estende su 7 delle 28 costellazioni dell’astronomia cinese, perché in effetti questo ciclopico ibrido tra tartaruga e serpente è uno dei 4 simboli proprio delle costellazioni cinesi, da cui ha origine.
In diversi casi i due animali sono rappresentati separatamente, con il serpente che si avvolge intorno al corpo della tartaruga, ma molto spesso invece si fondono in questa mitologica “chimera”. Il Genbu, nella cosmologia cinese è associato all’acqua, controlla il freddo e rappresenta la virtù della conoscenza.
L’accostamento tra serpente e tartaruga ha poi un ulteriore significato: il primo rappresenta la riproduzione e la moltiplicazione, la seconda la longevità e l’immortalità. Secondo un’antica credenza la tartaruga era sempre femmina e doveva accoppiarsi con il serpente per riprodursi. Ecco il perché dei corpi intrecciati che simboleggiano longevità e fertilità, ma anche equilibrio dello Yin (a cui è associato il Genbu) e lo Yang.
In Giappone è venerato nel santuario shintoista Genbu jinja di Kyoto, situato a nord del palazzo imperiale, ma se ci si sposta a nord-ovest della città, possiamo trovare anche il santuario shintoista Kenkun (Takeisao Jinja), che sorge sulla cima del monte Funaoka e si dice essere il dominio di Genbu, dove è stato sepolto Oda Nobunaga, considerato il primo unificatore del Giappone.
A differenza, comunque, degli altri 3 guardiani i cui nomi fanno riferimento ad animali (il Drago azzurro a Est, l’Uccello vermiglio a Sud, la Tigre bianca a Ovest), il Genbu è rappresentato dagli ideogrammi gen, che significa “oscuro” e bu, ovvero “guerriero”, quindi il “guerriero oscuro”. Questo perché in Cina si vuole evitare di usare il termine tartaruga in quanto suona ingiurioso (tecnicamente perché le tartarughe non sono monogame. A buon intenditor…)
In Giappone con il passare del tempo però questi 4 animali mitologici sono stati sostituiti dai 4 Re Celesti del buddismo. Tamonten in questo caso (anche Bishamonten, ovvero una delle sette divinità della fortuna) è il Genbu giapponese.
Nell’antica Cina, questa creatura, era venerata come il dio della luna, ma tenendo conto che il carapace assomiglia molto ad un’armatura, è considerata anche una divinità guerriera. Possiamo inoltre aggiungere che la tartaruga simboleggia il cielo (la parte a cupola) e la terra (la parte piatta della pancia). Proprio per questo al Genbu veniva attribuita la capacità di passare dal regno dei vivi a quello dei morti.
Nota a margine, per non farci mancare la parte nerd: Genbu è presente come cavaliere di Libra, in Saint Seiya Omega, ma anche in Naruto, dov’è detto anche l’isola tartaruga, che è questa enorme testuggine stanziata nel paese del fulmine!
Fonti consultate: Yokai.com, il libro dello Hakutaku