Con la Fuguruma yōhi aggiungiamo un altro yōkai alla nostra collezione di spiriti del folklore giapponese. Letteralmente si tratta della “strana regina del carrello dei libri” ed è la compagna del Chirizuka kaiō “lo strano re del mucchio di polvere”. Così come quest’ultimo, la strana regina è stata inventata da Toriyama Sekien, basandosi su un gioco di parole del Tsurezuregusa (che è una raccolta di saggi scritti dal monaco giapponese Kenkō (兼好) tra il 1330 e il 1332).
Effettivamente non è ben chiaro di cosa sia regina, se non solo di quel carrello dei libri! Forse potrebbe essere la regina degli tsukumogami (oggetti che al raggiungimento del centesimo anno di età prendono vita!), che governa insieme al Chirizuka kaio? Ci si può divertire a speculare, ma in realtà non c’è una risposta vera e propria poiché nessuno dei due è una figura folkloristica o mitologica. Essi sono stati inventati da Toriyama Sekien, attraverso dei giochi di parole, che era un maestro nel creare umorismo a più livelli.
In ogni caso, se proprio ci tenete a saperlo, si tratta di uno tsukumogami che dall’aspetto sembra un’orchessa vestita con abiti cenciosi ed esce da antichi carrelli usati come raccoglitori di libri, chiamati fuguruma. A differenza del Chōchin-Obake (lo ricordate?), viene generato dalle emozioni che si sviluppano da mucchi di lettere d’amore.
Questo yōkai rappresenta, per l’autore, ciò che può apparire se si possiedono troppi volumi nella propria libreria. Ovviamente, a proposito di lettere d’amore: possono le emozioni o i legami riversati in queste rappresentare un peccato così grave, tanto da generare uno spirito? Probabilmente no, ma se le lettere sono numerose e antiche potrebbero rappresentare un problema!
A proposito dello Tsurezuregusa, da cui deriva il gioco di parole che ha dato origine al nome della nostra regina del carrello dei libri; dietro c’è una riflessione che parla dell’insensatezza di possedere troppe cose. Possedere troppo distrae da ciò che è veramente importante, il saggio denuncia proprio questo: possedere troppi mobili, troppi pennelli, troppi Buddha nel tempio, tuttavia lo stesso stesso mette l’accento sul fatto che non ci sia cosa peggiore che possedere troppi libri nella propria libreria!
Fonti consultate: il Libro dello Hakutaku, Konjaku hyakki shui – Immagine di copertina di Matthew Meyer