Non per spaventarvi, ma in Giappone possiamo trovare la versione miniaturizzata di questo mostruoso yōkai. Ad essere sincero anche in dimensione ridotta non è che l’aspetto diventi più carino! Tuttavia meglio un mukade (o appunto ōmukade) di 20 cm che uno dalle dimensioni non ben definite, ma per farvi capire meglio una creatura che con la sua forza e grandezza potrebbe persino rivaleggiare con un drago!
In parole povere si tratta di un gigantesco millepiedi dal corpo scuro, ma con la testa e le zampe di un brillante color arancione. Molto spesso viene rappresentato proprio con le sembianze di un drago; questo ci fa capire bene le sue dimensioni. Come la sua controparte attuale, è molto aggressivo ed il suo morso potrebbe uccidere un drago in un colpo solo. Il suo esoscheletro è durissimo e nessuna arma può penetrarlo a meno che non sia intrisa di saliva umana, che per loro è tossica.
A tal proposito c’è una leggenda (che possiamo ritrovare nel Tawara Tōda monogatari, racconto eroico giapponese) che parla di come un coraggioso guerriero, sconfisse un ōmukade. Nella Prefettura di Shiga c’è un famoso ponte conosciuto come Seta no Karahashi. In tempi antichi, un grande serpente apparve proprio su quel ponte e da lì non sembrava volersi muovere. Gli abitanti del villaggio erano troppo spaventati per avvicinarsi al serpente, quindi non potevano attraversare.
Un giorno, il guerriero Fujiwara no Hidesato arrivò al ponte e non avendo paura del serpente, lo attraversò, schiacciando il suo grande corpo sotto i piedi. Il serpente strisciò indietro nel lago e il ponte fu di nuovo libero. Dopo aver avuto notizia di questo gesto coraggioso una bellissima donna visitò Hidesato. Si presentò come la figlia del re drago del Lago Biwa. Il re drago l’aveva mandata da Hidesato per chiedere il suo aiuto. La sua famiglia era tormentata da un ōmukade che viveva sul Monte Mikami.
Hidesato accettò di aiutare il re drago. Prese la sua spada e il suo arco e si diresse verso le montagne. Arrivato sul Monte Mikami, quello che si trovò davanti era un enorme centopiedi avvolto intorno alla sua cima. Era così lungo che il suo corpo si avvolgeva intorno alla montagna sette volte e mezzo. Lanciò le sue frecce contro di esso, una dopo l’altra, ma senza successo fino a quando ne rimase solo una. La sua pelle sembrava impenetrabile. A quel punto Hidesato ricoprì la punta dell’ultima freccia con la sua saliva e rivolse una preghiera ad Hachiman, il dio dei guerrieri. Scoccò. Questa volta la freccia colpì nel segno e abbatté l’ōmukade.
La figlia del re drago era così grata a Fujiwara no Hidesato che gli diede meravigliosi doni: un sacco di riso che non si svuotava mai, indipendentemente da quanto riso venisse preso; un rotolo di seta che non finiva mai, indipendentemente da quanto ne venisse tagliato; un paiolo che produceva sempre il cibo più delizioso senza bisogno di fuoco ed una grande campana del tempio, che Hidesato donò al tempio Miidera.