Ormai sappiamo che l’affascinante mondo del folklore giapponese è popolato da moltissime strane creature, passando da quelle più dispettose, per giungere a quelle più spaventose e crudeli per finire con quelle sacre e benevoli.
L’Obariyon (オバリヨン) noto anche come Onbu-obake, non fa eccezione, anzi come avrete notato dal titolo si colloca tra gli yōkai dispettosi e non troppo “simpatici”. Dovete sapere infatti che si tratta di un piccolo demone, della statura di un bambino, della prefettura di Niigata e indovinate un po’? Adora farsi portare in spalla da noi poveri mortali!
Di per sè questo non sarebbe un grosso problema, se non fosse che man mano che lo si porta in spalla, il suo peso continua ad aumentare esponenzialmente e come se non bastasse, ama mordere la testa di chi lo trasporta. Un vero simpaticone vero? Generalmente non si mostra apertamente, ma preferisce appostarsi tra i cespugli o sugli alberi lungo una strada, attendendo il momento giusto per balzare sulla schiena dei viandanti al grido di “obusaritei”(“voglio salire a cavalluccio”). Molto spesso non può essere nemmeno visto, ma il suo peso si sente eccome!
Non c’è modo di rimuoverlo dalle vostre spalle, una volta salito, se non tramite la magia ed in diverse leggende questo yōkai a furia di diventare pesante, potendo aumentare sia peso che massa, finisce per schiacciare la sua povera vittima. Non tutto il male viene per nuocere però. Se chi l’avesse sulla schiena riuscisse a portarlo a destinazione, potrebbe scoprire con stupore che non stava trasportando il demone, ma bensì un pesante sacco pieno di denaro!
Questo è quello che è accaduto ad un vecchio che abitava le montagne giapponesi. La storia racconta che quest’uomo stava viaggiando lungo un passo montano, quando all’improvviso qualcuno gridò, con voce inumana, che voleva un passaggio “a cavalluccio”. Il vecchio spaventato, non riuscendo a vedere nessuno, iniziò a fuggire senza pensarci due volte.
Tuttavia la voce della creatura si faceva sempre più vicina ed incalzante, come se lo stesse braccando, fino a quando non divenne chiara. “Ti prego aiutami, non riesco a camminare”. Queste furono le parole che si udirono. L’uomo allora, che era di buon cuore, si fermò e impietosito disse, senza però voltarsi: “Va bene, vieni, ti porterò sulle mie spalle”. Non ci fu risposta, sentì solo un grande peso depositarsi sulla schiena, prima di ricominciare a camminare. Una volta tornato a casa, fece per depositare “l’ospite”, ma con suo stupore non trovò una creatura, bensì una pentola piena di pepite d’oro!
Crediti immagine di copertina: Matthew Meyer