Abbiamo già parlato delle Onna-bugeisha, le donne guerriere ed in particolare dell’intrepida Nakano Takeko. Ancora prima di lei però ci fu una donna, Tomoe Gozen, a cui proprio Nakano si ispirava e che si diceva avesse una forza ed un coraggio senza pari. Nata nel 1161 e scomparsa giovanissima nel 1184, le sue imprese sono raccontate e conservate in diversi scritti dell’opera Heike Monogatari.
Tomoe era compagna del generale Minamoto Yoshinaka ed ebbe un ruolo determinante nella guerra dei Genpei. Grazie infatti alle sue straordinarie doti di combattente, che andavano dall’uso della spada e naginata, ma anche dell’arco in cui eccelleva, veniva spedita sempre in avanscoperta, ovunque ci fosse da combattere, come primo capitano del generale. Donna elegante, dalla pelle bianchissima e bellezza abbagliante, faceva sfoggio di una grande forza, tanto da permetterle di indossare sempre una massiccia armatura, una grossa spada ed un arco di altrettante notevoli dimensioni. Tra le sue truppe era popolarissima. Capace di fronteggiare da sola decine di nemici, si diceva potesse persino sfidare e combattere dei e mostri.
Non abbiamo molti dettagli sulla vita di Tomoe Gozen, perché le fonti sono per lo più letterarie. Questo però avvolge la sua leggendaria figura di un mistero particolarmente affascinante. Di sicuro sappiamo che la parola “Gozen” davanti al nome era un titolo onorifico, attribuito alle donne di alto rango, ma soprattutto che fu la migliore rappresentante dell’onore e del Bushido (“la via del guerriero” ovvero il codice di condotta e stile di vita di un samurai). Tomoe si gettava in battaglia sprezzante del pericolo, a viso scoperto, non temendo affatto di essere giudicata in quanto donna, anzi dove c’era uno scontro lei si faceva sempre avanti, con anche più coraggio dei suoi più acclamati compagni uomini.
Fra le sue imprese più leggendarie vanno ricordate:
- la battaglia di Yokotagawara, avvenuta 3 anni prima della sua morte. Durante il conflitto, Tomoe sconfisse sette guerriere e ne raccolse le teste.
- La battaglia di Tonamiyama, dove guidò più di 1000 uomini del signore di Kiso verso una vittoria schiacciante.
- La battaglia di Uchide no Hama, in cui sfoggiò tutte le sue doti di condottiera invincibile; alla testa di soli 300 uomini tenne testa a 6000 cavalieri del clan Taira (uno dei clan in conflitto durante la guerra Genpei) e rimase fra i pochissimi sopravvissuti.
Le imprese della samurai ebbero fine nel 1184. Il clan a cui apparteneva, i Minamoto, ormai avevano vinto la guerra sui Taira, ma purtroppo il conflitto non era finito perché iniziò una lotta interna per decidere chi dovesse ascendere al ruolo di Shogun. Il candidato numero uno, nonché nemico di Kiso Minamoto no Yoshinaka era suo cugino, Minamoto no Yoritomo, che poteva vantare al suo fianco il leggendario guerriero Minamoto no Yoshitsune (il mito dice che quest’ultimo imparò il Kenjutsu direttamente dal re dei tengu, Sōjōbō).
Lo scontro finale si combattè presso il lago Biwa (la battaglia di Awazu) e nonostante quel conflitto fosse ormai perso, Tomoe si scagliò contro l’esercito di Yoritomo, infliggendo ingenti perdite.
…”Presto ora” disse il generale Kiso “Tu sei una donna, quindi vattene, va dove vuoi. Ho intenzione di morire in battaglia o di uccidermi se verrò ferito. Sarebbe alquanto sconveniente lasciare che la gente dica – il generale Kiso tiene al suo fianco una donna durante la sua ultima battaglia -“