Nei nostri consigli settimanali abbiamo visto che molti dei gesti più semplici e quotidiani, come sedersi, porgere qualcosa o mangiare, possano essere diversi ed avere regole rigide nel paese del Sol Levante. In questo articolo andiamo ad aggiungere un altro elemento alla lista, parlando della firma in Giappone.
Al contrario nostro, i giapponesi non firmano usando una penna, ma utilizzano dei piccoli timbri, chiamati 判子(hanko) o 印鑑(inkan) (le due parole sono sinonimi). Questi stampi sono assolutamente personali e contengono parte, o tutto, il nome della persona a cui appartengono. Esistono tre tipi di inkan:
- 実印(jitsu-in): letteralmente significa “il timbro vero”, ed è lo stampo più importante della lista. Ogni giapponese possiede un jitsu-in, e si tratta di un oggetto unico e molto prezioso perché è registrato in municipio ed ha valore legale. Si usa veramente in pochi casi, ovvero quando si firmano documenti importanti come il contratto per una nuova casa o per un nuovo lavoro. Essendo così prezioso, è uno degli oggetti che si tengono più al sicuro in casa, e se viene perso o rubato bisogna denunciare immediatamente perché può creare molti problemi.
- 銀行印(ginkou-in): è lo stampo bancario, e come dice il nome è il timbro che viene dato dalla propria banca quando si fa un conto. Anch’esso è molto prezioso, perché usato per trasferimenti di denaro o altre azioni simili.
- 認印(mitome-in): lo stampo privato, è l’inkan più comune ed utilizzato. Questo timbro è usato quotidianamente per ogni documento che necessita di firma, da quello di lavoro a quello per fare la carta punti del supermercato. Non ha valore legale e non è necessariamente unico.
Riguardo gli hanko, ci sono tanti argomenti di discussione. Il problema principale è quello della sicurezza: confrontandolo con la nostra firma, un timbro può essere più facilmente replicabile, soprattutto parlando dei mitome-in, che spesso hanno forme molto semplici. Per questo motivo il Giappone sta cercando di limitare l’uso di questi oggetti, ed è possibile che in futuro scompaiano del tutto. Ma se conoscete un po’ come sono i giapponesi, saprete che fanno molta fatica ad accettare i cambiamenti, quindi è probabile che gli inkan continueranno ad esistere ancora a lungo.
Un’altra controversia è legata al materiale utilizzato per gli stampi. Tradizionalmente gli inkan, soprattutto quelli più costosi, sono fatti d’avorio. Questo materiale molto raffinato però è ricavato dalle zanne di elefante, e perciò è ormai vietato in Giappone. Nonostante ciò esistono ancora dei posti dove si possono trovare questi stampi… Mi raccomando però, voi optate per altro, come i classici timbri in legno o, se volete risparmiare, per quelli in plastica.
Volete andare a vivere in Giappone? Oppure durante il prossimo viaggio vi piacerebbe creare il vostro timbro personale? Allora vi servirà sapere come ottenere il proprio hanko personalizzato, nel caso continuate a seguirci e nei nostri consigli settimanali vi diremo come fare!