Tra social e televisione capita spesso di imbattersi in video assurdi provenienti dal Giappone, come spot strani, scherzi impensabili o filmati improbabili. Uno di questi è la canzone やった!(Yatta!, Evviva!), degli はっぱ隊 (Happatai, il gruppo delle foglie), un brano a dir poco demenziale. Ma prima di continuare, gustatevi questa perla per capire esattamente di cosa stiamo parlando!
Sì, sappiamo che potreste essere scioccati dopo la visione di cotanta “qualità”, ma è bene dire che dietro questo pezzo c’è una grande storia. Infatti, magari adesso starete pensando che questo video, apparentemente di bassa qualità, con personaggi e pose ridicole, sia solo un vecchio scherzo. Niente di più falso.
Torniamo indietro al 2001, anno che si colloca in un periodo di grande depressione economica in Giappone, chiamato addirittura “decennio perduto”. Purtroppo, sappiamo bene le conseguenze di una situazione simile, soprattutto in Giappone dove il tasso di suicidi, già normalmente molto alto, si era aggravato ulteriormente. Così, sei tra i più famosi comici di tutto il Giappone si radunarono e decisero di dover fare qualcosa per portare un po’ di buonumore tra la gente. Chiesero al famoso musicista Hideki Fujisawa di comporre una canzone, un inno alla vita condito con satira ed autoironia. Così venne fuori “Yatta!”, dove i problemi e gli stereotipi giapponesi vengono derisi per alleggerirli e far capire alla gente che bisogna saper godere delle più piccole cose senza farsi schiacciare dalle preoccupazioni. Il successo fu enorme. Il brano vinse svariati dischi di platino ed anche ora non c’è giapponese che non lo riconosca. Oltre alla canzone fu prodotto un video a dir poco assurdo, che contribuì enormemente alla popolarità del brano facendolo conoscere anche oltreoceano.
Ma il vero successo fu un altro: il mix di umorismo demenziale ed ironia, condito da un motivo che rimane impresso e da quel video singolare, funzionò e rallegrò veramente il popolo giapponese. Pare che molte persone in difficoltà siano state salvate da questa canzone, sia grazie alla sua positività che potrebbe aver scacciato brutti pensieri, ma anche perché tutti i proventi degli artisti furono dati in beneficenza.
Noi Tanuki ci sentiamo di perdonare in questo caso i giapponesi per questo eccesso di stranezza, in fondo è stata un’opera di bene. Ma magari anche perché siamo abituati a queste cose, in fondo siamo dei procioni dagli attributi mastodontici, non possiamo giudicare… Invece voi cosa ne pensate?