Italiano e giapponese sono due lingue dai suoni abbastanza simili; in particolare condividiamo delle vocali molto aperte e, la nostra lingua possiede quasi tutti i suoni di quella del sol levante. Questa vicinanza potrebbe sembrare un grande vantaggio, perché in effetti ci permette di imparare l’accento giapponese più facilmente, ma ha anche un grosso difetto. Infatti, capita spesso di imbattersi in parole dai suoni molto simili, ma con significati completamente diversi. Pensiamo ad esempio alla parola “tori”, che in italiano si riferisce ai bovini maschi, mentre in giapponese significa “uccello”. Ci sono però parole più imbarazzanti in cui ci si può imbattere, sia da un lato che dall’altro. Oggi vediamo delle parole italiane normalissime che però è meglio evitare di dire di fronte ad un giapponese.
Cin Cin: uno degli esempi più famosi è il brindisi, in cui è meglio evitare il nostro modo di dire più comune, che nella lingua nipponica si riferisce all’organo genitale maschile. Potete usare un più sicuro “Salute!” oppure dirlo alla giapponese esclamando “Kanpai!”.
Eroi: in italiano è una parola che si riferisce a personaggi gloriosi, in giapponese invece si parla di vera e propria lussuria. Non capita così spesso di usarla, ma nel caso fate attenzione!
Ero: come nel caso precedente, la prima persona del verbo “essere” imperfetto andrebbe evitata il più possibile, perché anche in questo caso va a coincidere con la parola “erotico” in giapponese.
Ecchì!: eh sì, purtroppo anche lo starnuto può diventare qualcosa di imbarazzante. “Ecchi” in giapponese si può tradurre con “pervertito”, quindi meglio non pronunciarla in maniera chiara quando si starnutisce.
Bus: a parte la “n”, in giapponese tutte le consonanti sono seguite da una vocale. In particolare, la “s” non può stare da sola, e quindi i giapponesi tendono a collegarci una “u”. Così la parola “bus” può essere scambiata per “busu”, un insulto sull’aspetto fisico.
Bimbo: questa viene da una storia realmente accaduta. Il figlio piccolo di una nostra conoscente, vedendo altri bambini intenti a giocare in un parco giochi in Giappone, iniziò ad indicarli esclamando “Bimbo!”. Ecco, le madri giapponesi non furono particolarmente contente, anzi… Binbou (letto bimboo) in giapponese vuol dire “povero”, potete quindi immaginare la scena surreale.
Ci sono altre parole come quelle sopra, se vi interessano continuate a seguirci per scoprirle e salvarvi da un possibile colpo di katana di un giapponese offeso.