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· Per secoli dopo il tempo di Tomoe Gozen, le onna-bugeisha fiorirono e costituirono gran parte della classe dei samurai. Le fonti storiche purtroppo, ci offrono pochi resoconti dell’onna-bugeisha, poiché il ruolo tradizionale di una nobildonna giapponese era limitato alla casalinga e alla moglie. Tuttavia ricerche recenti hanno indicato che le donne giapponesi combattevano le battaglie frequentemente. I resti del sito della battaglia di Senbon Matsubaru, nel 1580, hanno mostrato che 35 dei 105 corpi ritrovati erano femminili.
· Al 16° secolo, viene datata l’esistenza di donne ninja, conosciute come “Kunoichi“. I ninja venivano usati come assassini, spie e messaggeri e venivano addestrati in arti marziali come taijutsu, kenjutsu e ninjutsu. Un esempio storicamente accettato (sebbene se ne parli solo in un libro non accademico) è Mochizuki Chiyome, una poetessa e nobildonna incaricata da un signore della guerra, di creare un gruppo segreto di spie, di sole donne. Chiyome reclutò prostitute e altre ribelli e le addestrò a diventare raccoglitrici di informazioni, seduttrici, messaggere e assassine. Nel corso del tempo, la sua rete sotterranea di kunoichi imparò a travestirsi da fanciulle, sacerdotesse o geisha dei santuari shintoisti. Questo permise loro di muoversi liberamente e di accedere agli obiettivi prefissati. Alla fine, Chiyome e le sue kunoichi avevano creato una vasta rete di 200-300 agenti, che servivano il clan Takeda.
· Durante la battaglia di Aizu del 1868, un’altra grande guerriera di 21 anni, Nakano Takeko, guidò un gruppo di samurai, note come Joshitai , contro le forze dell’imperatore. (Anche di Nakano e della sua storia abbiamo parlato qui!) Questa guerriera è ampiamente considerata l’ultima grande donna samurai, così come la battaglia di Aizu è considerata l’ultima resistenza delle onna-bugeisha. Poco dopo, lo Shogunato, il governo militare feudale giapponese, cadde, lasciando prendere il sopravvento alla corte imperiale, segnando la fine di un’era per i samurai.
· L’avvento del periodo Edo, all’inizio del XVII secolo, vide un enorme cambiamento nello status delle donne in Giappone e sebbene continuassero a combattere in battaglie, la loro considerazione fu notevolmente ridotta. Molti samurai iniziarono a considerare le donne puramente come portatrici di bambini, inadatte come compagne di guerra. Viaggiare durante il periodo Edo così divenne difficile per le onna-bugeisha, poiché non potevano farlo senza un compagno maschio. Le donne dell’alta borghesia divennero pedine dei sogni di successo e potere, e gli ideali di devozione senza paura e altruismo furono sostituiti da obbedienza pacifica, passiva e civile.
· Nel frattempo, gli occidentali iniziarono a riscrivere la storia della cultura bellicosa giapponese. E così il resto del mondo assunse l’idea che i guerrieri samurai fossero tutti esclusivamente uomini. Le imprese eroiche delle onna-bugeisha e la loro ricerca, furono sepolte nelle pagine della storia e le donne giapponesi furono ritratte come sottomesse, vestite di kimono e obi strettamente legati. Noi però conosciamo una storia ben diversa, una storia dove le donne non erano sottomesse, ma anzi erano dei baluardi, delle montagne insormontabili che sapevano tenere testa a chiunque, destreggiarsi abilmente e con successo ovunque, che fosse sul campo di battaglia o in politica, senza dimenticare, tantomeno nascondere, la loro femminilità.