La scorsa settimana, dopo aver visto il semplice ideogramma di persona, 人(hito), vi abbiamo promesso un bel mix di kanji per oggi. E noi Tanuki manteniamo sempre (o quasi) le promesse. Quindi ecco a voi 休(kyuu), il carattere del riposo.
“Riposa se lo desideri, ma non mollare“, questo recita il bushido, ovvero la “via del guerriero” seguita dai samurai. Ecco quanto nella cultura giapponese, pregna di sacrificio e abnegazione verso il proprio lavoro e paese, il riposo abbia una posizione centrale, perché è ciò che permette di recuperare le energie da donare nuovamente ad una causa superiore. Ecco allora che nelle aziende giapponesi è permesso appisolarsi, perché non è considerato un atto di pigrizia, ma anzi dimostra l’impegno del lavoratore che ha dato tutto e necessita di quel momento di pace per riprendere la propria mansione. Allo stesso modo una delle abilità più importanti del guerriero era quella di saper riposare, meditando e scacciando via ogni altro pensiero prima di un’importante battaglia, magari sotto l’ombra di un imponente acero giapponese.
Da questa immagine nasce 休(kyuu), l’unione di due ideogrammi che abbiamo affrontato nelle scorse settimane: 人(hito), la persona, e 木(ki), l’albero. I due kanji sono usati come radicali, perciò la forma è leggermente diversa, più schiacciata. La lettura “kyuu” è quella cinese, da collegare ad altri kanji per formare parole come 休日(kyuujitsu, giorno di riposo) e 休暇(kyuuka, vacanze). Più spesso troverete la lettura giapponese “yasu“, da coniugare come verbo, ovvero 休む (yasumu, riposare), 休める(yasumeru, riposarsi) e 休まる(yasumaru, sentirsi riposato). Di seguito trovate la forma scritta del kanji e l’ordine di scrittura dei suoi sei tratti (se ricordate quello dei due radicali sarà facile da memorizzare).
Dopo tutte queste letture giapponesi vi siete meritati anche voi un po’ di riposo. お疲れ様!Prima che chiudiate gli occhi, noi vi diamo appuntamento alla prossima settimana per un altro, misterioso, kanji!